L'uomo di Cambridge by Giovanni Ingrosso

L'uomo di Cambridge by Giovanni Ingrosso

autore:Giovanni Ingrosso [Ingrosso, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788825426038
editore: Delos Digital
pubblicato: 2023-09-13T22:00:00+00:00


8

Chiasso-Milano, dicembre 1971

Gli uomini assegnati all’operazione erano due colleghi dell’Ufficio R, lo stesso di Zavattini, e uno in prestito dall’Ufficio I. Si erano mossi subito: per arrivare a Chiasso in macchina ci voleva circa un’ora.

L’ufficio postale si trovava in piazza Indipendenza, proprio di fronte a una filiale del Credit Suisse. Le cassette erano all’interno, in un angolo in fondo alla sala. Bisognava passare davanti agli sportelli, quindi c’era abbastanza spazio per controllare chi avrebbe prelevato la borsa. Zavattini indicò ai tre dove piazzarsi. Lui sarebbe rimasto fuori con il fotografo: la Scientifica avrebbe concesso l’apparecchio, a patto che a usarlo fosse uno dei loro, che avrebbe accompagnato la squadra durante l’operazione.

La vicinanza del Credit Suisse avrebbe potuto essere un problema, ma il teleobiettivo era abbastanza potente da potersi mantenere a una distanza tale da non insospettire la Polizia svizzera. I tre colleghi di Zavattini ne approfittarono per comprare sigarette e cioccolato e uno acquistò per i genitori diverse confezioni di Gerovital, un farmaco rumeno che si diceva facesse “ringiovanire”.

Tornarono a Milano piuttosto tardi. Finalmente Zavattini sarebbe riuscito a mangiare un pasto decente e a riposare. Quando arrivò a casa, trovò Vera, Sandra e il figlio Erminio, che era rientrato dal lavoro un po’ prima. Indossava, inspiegabilmente, una camicia nuova e un paio di pantaloni stirati, e non era in ciabatte. Stava chiacchierando con Sandra.

Il maresciallo sorrise e li indicò alla moglie, ammiccando.

Lei allargò le braccia. – Cosa vuoi, sono giovani…

Sandra ripartiva per Algeri il giorno seguente e aveva trovato un autista per l’aeroporto di Linate: Erminio.

Zavattini si sedette sulla sua poltrona preferita in salotto a guardare la tv, cosa che non faceva da tempo. Dopo cena andò a letto presto e dormì profondamente.

La mattina seguente alle otto era già in ufficio. Fotocopiò i documenti che avrebbe affidato a Fausto, dopo che il notaio li avesse autenticati.

Quello che lo interessava di più era la ricevuta del versamento, che poteva servire a identificare il titolare del conto. Il problema era che il segreto bancario era un tabù intoccabile per le autorità svizzere. Agli italiani non avrebbero mai detto niente. Ma per la CIA poteva essere più facile ottenere informazioni: in cambio poteva chiudere uno o anche due occhi su certe operazioni che passavano per il paese rosso-crociato.

Decise di rivolgersi al suo amico della Stazione di Milano. Si annunciò per telefono,

Pressburger lo ricevette alle undici. Zavattini gli spiegò la faccenda.

L’americano era perplesso. Certo, con un milione di sterline si poteva fare un mucchio di cose e a Washington non avrebbe fatto piacere che potessero disporne i comunisti. Ma il segreto bancario era uno dei pilastri dell’economia svizzera e un conto cifrato era inviolabile. Pressburger, si massaggiò la mascella, indeciso se parlare con qualche autorità federale a Berna oppure trovare una strada, meno pulita ma più rapida… Ovviamente la seconda opzione era preferibile.

– Hai idea di quale sia la banca? – chiese a Zavattini.

– Dovrebbe essere una filiale o agenzia di Lugano. È stata nominata quella città e l’operazione è stata fatta nel giro di una giornata: Ben, l’agente inglese che se n’è occupat.



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